Il 3 aprile 1973, Marty Cooper si trovava all’angolo della Sixth Avenue a New York e ha digitato un numero su di un grosso pezzo di plastica e se l’è avvicinato all’orecchio mentre i passanti lo fissavano.
Il signor Cooper, un ingegnere di Motorola, ha chiamato un suo contatto presso la società rivale Bell Laboratories, per dirgli trionfante che stava chiamando da “un cellulare personale, palmare e portatile”.
Ricorda che c’era silenzio alla fine della linea.
“Penso che stesse stringendo i denti”, dice ridendo il 94enne.
I Bell Laboratories si erano invece concentrati sullo sviluppo di un telefono per auto, dice. “Potresti crederci? Quindi siamo stati intrappolati nelle nostre case e nei nostri uffici da questo filo di rame per oltre 100 anni, e ora ci avrebbero intrappolati nelle nostre auto!”
Inutile dire che Cooper e Motorola non erano d’accordo che questa fosse la strada da percorrere e la storia ha dato loro ragione.
Le basi di come ha funzionato quella prima chiamata non sono cambiate molto. Il telefono converte la tua voce in un segnale elettrico, che modula un’onda radio.
I telefoni cellulari di oggi, tuttavia, sono irriconoscibili rispetto a quel primo modello Motorola.
La versione commerciale del prototipo di Marty Cooper, il Motorola Dynatac 8000X, è stata rilasciata 11 anni dopo quella prima chiamata, nel 1984. Se acquistata oggi costerebbe l’equivalente di 11 mila dollari.
“Fondamentalmente, bastava comporre il numero ed effettuare la chiamata”, spiega il signor Wood.
“Non c’erano messaggi, nessuna fotocamera. Trenta minuti di conversazione, 10 ore per caricare la batteria, circa 12 ore in stand-by e un’antenna da 15 cm nella parte superiore.”
Pesava anche 790g, quasi quattro volte il peso dell’iPhone 14, a 172 g.
50 anni fa la prima telefonata da un cellulare

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