La guerra in Ucraina sta per arrivare anche da noi. Non saranno colpi di fucile o missili a raggiungerci, ma semplicemente colpi finanziari che rischiano di mettere in ginocchio la gran parte delle famiglie italiane. Se già a gennaio abbiamo chiesto al governo di intervenire sul caro bollette oggi siamo di fronte ad un cambio di marcia costante e palesemente violento che sta per travolgere le nostre finanze.
Costerà tutto di più nei prossimi mesi e questo di più é identificabile in un 15% di maggiorazione su tutto, dunque cifre che a fine mese, per la stragrande maggioranza degli italiani che faticano ad arrivare a fine mese significherebbe il default. Per non parlare delle attività commerciali che in alcuni casi, soprattutto dopo 2 anni di pandemia, non riuscirebbero ad affrontare ulteriori aumenti.
Poi si può andare in televisione a parlare di sacrifici da parte di tutti per dire no alla guerra, ma questi sacrifici vanno economicamente soppesati con chi può concedere di più e chi non può concedere nemmeno 1 euro in più.
Se la situazione non si risolve in Ucraina in tempi brevi rischiamo di avere ripercussioni a lunga scadenza e oltre a faticare a trovare alcune tipologie di beni di prima necessità rischiamo di pagarli in maniera spropositata e a rimetterci sono sempre i più poveri che non saprebbero come sostenere questi aumenti.
Dunque aumenta il gas, la corrente, la farina, il sale, la benzina e molto altro, in molti non sono in grado di sostenere tutto questo. In molti rischiano di non arrivare a fine mese aumentando la fascia di reddito di persone che vivono al di sotto del minimo. Non é sostenibile, si arriverebbe in 6 mesi al collasso del sistema finanziario se la gente che lavora non riesce nemmeno a sopravvivere.
Serve un adeguamento degli stipendi, magari con un taglio delle tasse per le aziende, al fine di poter garantire ai dipendenti di coprire questi aumenti. Ma serve subito, così come in pochi giorni sono aumentati i costi, vanno messe le famiglie nella condizione di poter aumentare i guadagni.
La guerra dei poveri, sempre più poveri

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