Il più grande fraintendimento che le persone hanno ancora riguardo all’Avatar del 2009 è il potere nella sua semplicità. Lo sceneggiatore/regista James Cameron ha affermato che l’intento era quello di prendere sempre una storia familiare di colonizzazione e divisione culturale (come Pocahontas e Balla coi lupi) e usarla per formare gli elementi costitutivi di questo franchise e di tutti i vivaci personaggi che lo abitano.
La sua esecuzione nell’attirare il pubblico con sufficiente familiarità e allo stesso tempo sorprenderlo con un mondo che non avrebbero mai potuto immaginare era ed è imbattibile, poiché Avatar è ancora il film con il maggior incasso di tutti i tempi, rivendicando il titolo da Marvel’s Avengers: Endgame nel 2021 con una riedizione teatrale in Cina.
Ma, ovviamente, quella stessa esecuzione non volerebbe con “Avatar: The Way of Water” dato l’ultimo decennio di James Cameron che prometteva qualcosa di più unico, rivoluzionario e, soprattutto, degno di un franchise di 5 film già in fase di produzione.
Bene, come dicono i veri credenti, non dubitare mai di James Cameron perché il prolifico regista è stato ancora una volta all’altezza del suo nome come maestro del sequel con Avatar: The Way of Water. Cameron ha raggiunto nuove vette tecniche ed emotive come ha fatto una volta con sequel iconici come Aliens e Terminator 2: Judgment Day.
Sono tutti molto diversi, ma seguono lo stesso metodo di follia quando si tratta di aumentare la portata cinematografica espandendo ulteriormente i temi centrali stabiliti nel primo film.
Le uniche somiglianze tra questi primi due film di Avatar stanno restituendo punti della trama che fanno più luce sulle idee principali del franchise sulla famiglia, l’accettazione culturale e l’ambientalismo.
Oltre a questi pochi ritmi riconoscibili, Avatar: The Way of Water è un film completamente diverso. Anni dopo la grande guerra con il popolo del cielo, il leader del clan e “Toruk Makto” Jake Sully (Sam Worthington) e la sua anima gemella Neytiri (Zoe Saldaña) hanno iniziato a crescere 4 bambini; il fratello maggiore Neteyam (Jamie Flatters), il fratello minore Lo’ak (Britain Dalton), la sorella minore Tuk (Trinity Jo-Li Bliss) e la loro figlia maggiore adottiva Kiri (Sigourney Weaver).
A causa del DNA umano residuo di Sully, i suoi figli sono ibridi costretti a portare tratti fisici che sono spesso detestati dai veri Na’vi. A complicare ulteriormente le cose, Kiri è nata misteriosamente dal corpo di Avatar della dottoressa Grace Augustine di Sigourney Weaver, che in realtà era incinta quando è morta.
Avatar: la via dell’acqua ha superato 1.9 bilioni di incassi nel mondo

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