Alla fine le parole lasciano il tempo che trovano. Le intimidazioni e le promesse, insieme all’orgoglio e alla volontà attuale di trovare alternative, si scontrano fortemente con le concrete necessità quotidiane.
Difficile promettere forniture alternative di gas se questa alternativa non é pronta. Impossibile ancora di più prometterle agli stessi prezzi. Impensabile far capire al cliente finale che il prezzo é salito per colpa delle ripercussioni. Alla fine l’utilizzatore finale vuole solo pagare il meno possibile.
Ecco perché l’Eni si prepara ad aprire un conto in Gazprombank per effettuare pagamenti in rubli per il gas russo, dopo che l’Unione Europea ha criticato la decisione della Russia di chiudere le forniture di gas a Polonia e Bulgaria come “ricatto” e ha avvertito le aziende contro la violazione delle sanzioni ottemperando alle richieste della Russia.
La decisione di Eni di aprire un conto in rubli presso una banca russa è una “misura precauzionale” che potrebbe consentirle di soddisfare le richieste del presidente russo Vladimir Putin che le “nazioni ostili” paghino il gas utilizzando la valuta russa.
Le aziende in Europa stanno cercando maggiori indicazioni dalle autorità dell’Unione Europea sulla questione, ma il rapporto aggiunge che un altro importante acquirente di gas russo, la tedesca Uniper, crede di poter continuare ad acquistare gas russo senza infrangere alcuna regola.
ENI si prepara ad aprire un conto in rubli per pagare il gas russo

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