Una gara che doveva andare in ben altro modo. Con un Max Verstappen che vince strameritatamente perché alle spalle ha un team quasi perfetto che fa gioco di squadra.
I contrario di quanto successo in Ferrari che ha permesso persino a Hamilton e Russell di arrivare al secondo e terzo podio.
Sainz solo quarto e Leclerc addirittura sesto in una gara in cui la rossa ha sofferto, per l’ennesima volta in questo mondiale, la strategia di squadra.
La Ferrari si é annullata da sola dando l’impressione di non essere pronta a grandi traguardi per il semplice fatto che qualcuno a Maranello deve comprendere che vincere significa lavorare sodo, tutti insieme, nessuno escluso e non ognuno per proprio conto.
Poi gli errori ci stanno, ma se gli errori diventano troppi qualcosa non funziona e qualcuno dovrebbe rimediare. Fa parte dello sport, della vita, dei principi per i quali tutti noi sappiamo e impariamo a nostre spese che é giusto che i migliori vincano e che i meno bravi perdano.
Sembra che ogni gara succeda qualcosa per la Ferrari, ogni gara si deve andare alla ricerca di scuse alle quali ormai più nessuno presta interesse.
Ora la sosta del mondiale e il tempo necessario per comprendere dove si sta sbagliando, prima i piloti, poi la macchina, poi l’affidabilità e poi la mancanza di lavoro di squadra. Ormai ogni gara diventa un viaggio alla scoperta di tutto quello che potrebbe succedere di sbagliato.
Meglio rimediare invece di pensare alle ferie, meglio pretendere di più per evitare, con una delle macchine più vincenti degli ultimi anni, di finire a toccare il livello del ridicolo che onestamente non é più tanto distante. Per il momento sia Mercedes che RedBull ringraziano per le strategie Ferrari.
Le strategie Ferrari funzionano anche in Ungheria… per tutti gli altri

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