I peggiori giorni, quando la recitazione supera la trama e si rende protagonista

Quando la cinematografia italiana tocca il fondo siamo i primi ad ammetterlo, ma quando capita qualcosa da sottolineare, é giusto sottolinearlo.
Intendiamoci, il film diretto da Massimiliano Bruno e Edoardo Leo in alcuni punti rasenta un livello di noia che si avvicina troppo alla soglia della disperazione, quella che ti fa cambiare canale. La sceneggiatura sempre firmata dai due registi non é scritta male, ma il racconto fatto in questo modo purtroppo invece di attrarre lo spettatore spesso lo invitano davvero a ripensare al motivo per cui ha scelto di vedere un film italiano serio o serioso.
Il cast direbbe qualcuno, merita attenzione e proprio questo, surclassa a parer nostro qualsiasi altra valutazione su questo racconto ad episodi che in questi giorni possiamo gustare o sorbirci su Netflix.
Ecco appunto, da Anna Foglietta, a Claudia Pandolfi, passando per Neri Marcoré, Ricky Memphis, senza dimenticare Rocco Papaleo, Giovanni, lo stesso Edoardo Leo, Marco Bonini e altri ancora. Per tutti loro il livello di recitazione ha superato il limite massimo che ci si attende da un film italiano.
Ma per dirla tutta e per essere giusti sino in fondo, il suggerimento é di guardare il film gustandosi soprattutto l’interpretazione personale e personalizzata di due personaggi interpretati da Fabrizio Bentivoglio e Giuseppe Battiston che in alcuni passaggi ad un vero appassionato di cinema fanno venire la pelle d’oca, in un dialetto veneto italianizzato per permettere una maggiore comprensione, ma soprattutto calati nei personaggi al punto da farseli propri e alimentarli di vita propria.
Questo merita il film, di essere visto, con pazienza e fiducia perché alcuni passaggi la dicono lunga sul livello alto di recitazione che si potrebbe raggiungere in Italia.